Nel 1861 Leopoldo Marchi, direttore della Reale Tenuta San Lorenzo in Volterra,
presentò all’Esposizione Italiana di Firenze due specialità: un distillato ottenuto dai frutti
di Arbutus Unedo, il corbezzolo e un distillato ottenuto dai frutti di Juniperus Communis
(il GIN), ambedue a 40° gradi alcolici, prodotti nella Tenuta da lui diretta. L’acqua
utilizzata è quella di una “polla” del vicino torrente Sellate, ferruginosa e benefica. Il
successo ottenuto li porterà alla prestigiosa Esposizione Universale di Londra del 1862.
La scoperta dei questa produzione è sensazionale, un Gin Volterrano presentato nei
padiglioni delle capitale britannica, leader incontrastata del distillato in questione. Nel
catalogo ufficiale stampato dalla Majesty’s Commisioners Foreign Division, troviamo il
meglio della produzione mondiale in ogni campo manifatturiero, siamo all’alba della
seconda rivoluzione industriale, che tanto cambierà gli usi ed i costumi. I nostri distillati
sono esposti insieme ai vini più ricercati tra Dutch Gin olandesi, Distillati Coloniali,
Bourbon delle Americhe, Ouzo greco, Champagne, Gin di Porto Alegre, Marsala
siciliani, ovviamente Birre e ogni Spirits d’Albione, rinomati Vermouth piemontesi. Fra
i prodotti anche i manufatti in alabastro di Volterra. C’è chi rimarrà nell’Olimpo degli
spiriti e chi si perderà nella leggenda come il nostro Gin.
Il racconto si sviluppa per capitoli cercando di ricostruire in primis la vita della
distilleria perduta, andando a riscoprire il tipo di lavorazione, e poi il mondo delle
esposizioni, gli usi e i costumi dell’epoca. Dal microcosmo di Volterra e della Toscana
minore alla Firenze del cambiamento Granducato/Regno d’Italia fino a Londra, famelica
e contraddittoria capitale del mondo occidentale, con lo scopo di immergere il lettore in
un mondo fatto di alambicchi e mongolfiere, geni e truffatori, dove la curiosità e lo
stupore regnavano sovrani.
La presentazione del libro il 20 ottobre 2019 nel Bosco di Berignone, Podere La Caprareccia dove era ubicata la distilleria