Cosa c’è dentro un piatto?
L’amore per il cibo.
Il piacere di condividere la tavola.
La cultura d’intere generazioni.
I gesti di una bisnonna, di una nonna, di una madre,
di una sorella, di un padre.
Il gusto di provare e riprovare.
Odori e sapori.
La storia.
Il territorio.
La terra.
Il mare, la campagna, il bosco, le colline, le montagne.
Una comunità.
I ricordi.
La famiglia.
L’amicizia.
La compagnia.
La memoria.
Il tempo del lavoro.
Il tempo dell’ozio.
La voglia di far felice te stesso e chi ti sta accanto.
Il sacro e il profano.
La povertà e la ricchezza.
Il bianco e nero e il colore.
La tradizione e l’innovazione.
La semplicità.
La pazienza.
La ricerca.
La materia prima.
L’originalità.
La quotidianità.
L’archeologo e l’alabastraio, l’architetto e l’albergatore, l’ex sindaco
e l’ex carcerato, il tatuatore e lo scultore, la cameriera e la
casalinga, la poliziotta e il venditore ambulante, il panettiere e
il cuoco, il musicista locale e la critica teatrale, il giocoliere di
parole e il promotore finanziario, il pensionato e il calciatore…
Uomini e donne di Volterra e di Toscana dai venti ai novantatré
anni si raccontano. Narrano i sogni, i sacrifici, le gioie, i dolori,
le scelte di un’esistenza. Parlano delle proprie passioni, del gusto
per la cucina e di come hanno appreso a far da mangiare.
Ricordano la loro Madeleine e condividono il loro sapere. Sono
quarantasei storie e quarantasei ricette nel segno delle stagioni
e delle generazioni. Niente a che vedere con lo show televisivo e
i vari master chef. Perché si sta dimenticando che l’essenza del
cibo è l’essenza e l’esistenza dell’uomo.